19/06/14

"QUANDO L'ARTE E' TERAPIA E I MUSEI SONO VIVI (parte I)"

Amsterdam non è solo una delle grandi città europee, Amsterdam è un concentrato di fascino e fascinazioni a più strati. Canale dopo canale la città si dispiega nella sua eleganza architettonica della borghesia-mercantile del XVII secolo. Una città dove, nel suo ordinato vivere, tutto sembra possibile. 
Le biciclette corrono veloci sulle piste ciclabili, i fiori colorano i balconi e le barche navigano i canali che girano in anello intorno al centro storico. Amsterdam può essere il paese dei balocchi per chi cerca un viaggio nei Coffee Shop o per chi cerca le donnine nel quartiere a luci rossa, dove dalle vetrine escono culi bellissimi e tette rifatte (?). E qui finisco con l'elenco delle banalità (e rimando ad un altro momento un' eventuale discussione riguardo a quanto sia civile la prostituzione legalizzata).

Da lucchese Amsterdam affascina anche per lo stretto legame che ha unito la fortuna delle due città. Famiglie come i Parensi, Moriconi, Guinigi, Mansi per alcuni decenni hanno venduto pregiate e coloratissime sete in tutta Europa. Amsterdam divenne la base ideale per esportare le stoffe lucchesi in Inghilterra, Germania, Russia o Polonia. La rotta più praticabile vedeva imbarcare le sete al porto di Livorno e sulla rotta Cadice-Lisbona arrivavano nel porto di Amsterdam. I lucchesi avevano negozi e compagnie nel cuore della città e alcuni di loro divennero tra i più ricchi mercanti di Amsterdam. Lucca era quindi presente durante il secolo d'oro olandese, quando non solo l'economia volava a gonfie vele ma anche la pittura si rinnovò profondamente per mano di talentuosi pittori come Frans Hals, Vermeer o Rembrandt. Il calvinismo si era diffuso ed il suo essere contrario alle immagini religiose spinse i poveri pittori a reinventarsi ed inventare soggetti e tematiche nuove (quanto della natura del calvinismo è entrato nello spirito dei lucchesi, potrebbe essere un'altra bella domanda).

Con queste belle premesse nella testa ho acquistato il biglietto per il Rijsmuseum, certo di trovare "la Lattaia" di Vermeer e la "Ronda di notte" di Rembrandt.
E così è stato. Due quadri grandiosi, uno di piccole dimensioni, l'altro realmente grande. Ma la sorpresa, che può rendere un uomo felice, è arrivata inaspettata da Rembrandt in persona.
Un fantasma uscito da un quadro che mi ha lasciato imbambolato per mezz'ora, catturato dal magnetismo del suo sguardo. Uno dei suoi tanti autoritratti. Uno di quelli del periodo della decadenza, che lo portò a morire nella totale miseria. Non voglio parlare di Sindrome di Stendhal o altre stronzate del genere, niente di tutto questo, ma semplicemente la grandezza vitale dell'arte nella sua piena espressione.
Un fantasma, dicevo, uno squarcio uscito per un attimo dal buio.
Siamo nel 1661, il linguaggio figurativo di Caravaggio aveva raggiunto il Nord Europa sfumando i colori della meticolosa pittura fiamminga e Rembrandt ne reinventò la luce stendendo i colori con pennellate larghe e talvolta con le dita.
Un mondo oscuro, carico di ombre e nel suo sguardo la vita.
La vita e quello che la vita si porta via: gli anni, la moglie, il successo, i sogni.
Cazzo! (scusate il francesismo) ma la sensazione esperenziale, in questi casi può essere fortissima. Due occhi che ti parlano dal 1600 e parlano di ora e parlano di te (moglie esclusa). Cosa chiedere di più dall'arte, da un artista, da un museo e da una città?
Gli occhi di chi ha visto tutto, di chi è passato attraverso il fuoco e con l'intensità del suo sguardo ti dona per un attimo la profondità dell'anima, per poi evaporare lasciandoti nell'illusione che per un momento hai toccato il senso delle cose.
-"Carlo che fai è mezz'ora che ti cerchiamo!"
- "Eh si…è solo che…"
- "Dai, dobbiamo andare tra poco c'è il tram per lo Ziggo Dom, non vorrai mica arrivare tardi al concerto dei Pearl Jam?"
- No assolutamente no…andiamo"

Is something wrong, she said (C'è qualcosa che non va? disse)
Well of course there is (Beh, certo che c'è qualcosa che non va)
You're still alive, she said (sei ancora vivo, disse)
Oh, and do I deserve to be? (e merito di esserlo?)
Is that the question? (è questa la domanda?)
And if so...if so… (E se è così... se è così…)
who answers...who answers…(chi può rispondere?, Chi può rispondere?)
I, oh, I'm still alive (Io sono vivo)
I, oh, I'm still alive (Io sono ancora vivo).